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La crisi economica postpandemica e le prospettive per le aziende italiane
05
Ott 2021

La crisi economica postpandemica e le prospettive per le aziende italiane

L’analisi sulla situazione economica globale recentemente condotta dall’associazione ANIMA/AISEM, a cui aderiscono tutti i principali costruttori e distributori di carrelli industriali operanti in Italia, delinea un quadro preoccupante, proprio ora che molti operatori speravano invece in una rapida e intensa ripresa economica.
Le principali incertezze derivano dall’inarrestabile aumento dei prezzi delle materie prime: un dato che dipende dalla persistente contrazione dell’offerta, a causa del perdurare della pandemia, e dalla contemporanea crescita esponenziale della domanda, alimentata da una ripresa economica a macchia di leopardo, che ha interessato solo alcune aree del mondo (come la Cina).  Questo quadro economico rischia di penalizzare sensibilmente le imprese italiane, colpite anche dal rialzo dei noli marittimi e dagli impatti negativi sugli scambi import-export, che hanno aumentato le difficoltà soprattutto per i settori della meccanica e delle manifatture.
Tra le cause dell’aumento dei prezzi vi sono anche la debolezza del dollaro, che ha favorito la corsa agli approvvigionamenti di materie prime, e l’impennata dei costi di trasporto: come mostra il primo istogramma nel grafico sotto riportato, gli oneri di nolo marittimo per prodotti secchi e sfusi, che erano crollati durante la pandemia, sono aumentati in un anno del 682%.

costi materie prime
 
Fonte: https://www.anima.it


Una situazione favorita anche dalle scelte delle compagnie di navigazione, che hanno privilegiato l’export di materie prime cinesi verso gli Stati Uniti, provocando la congestione nei porti americani, nei quali le movimentazioni delle merci sono state rallentate a causa dei problemi legati all’emergenza sanitaria. Lo squilibrio nella dislocazione dei container, concentrati nei porti americani, ne ha inoltre provocato una grave carenza, con il conseguente aumento del 500% in un solo anno dei noli delle navi portacontainer.
In questa situazione economica il rialzo dei costi delle materie prime e dei trasporti rischia di riflettersi in un aumento incontrollabile dell’inflazione, con gravi conseguenze soprattutto per l’industria meccanica italiana: come mostrano i dati raffigurati nel grafico, nei primi mesi del 2021, per quanto riguarda l'acciaio i coils sono aumentati in Europa di oltre il 60%, raggiungendo prezzi superiori ai 1000 euro per tonnellata. Una situazione che influisce negativamente sull’automotive, già penalizzato dalla carenza di semiconduttori, sul settore degli elettrodomestici e sulle industrie meccaniche e metalmeccaniche. Simili analisi valgono anche per l’alluminio, con un aumento annuale dei prezzi di oltre l’80%, e del rame (+132%).
Le speranze di tornare a una situazione di normalità sono legate all’attuazione di due provvedimenti:

  1. la ripresa globale degli scambi internazionali, attraverso la riapertura di tutte le rotte marittime e il ritorno ad un’uniforme distribuzione dei container, per favorire un riallineamento dei costi dei noli marittimi e delle materie prime ai valori pre-pandemia;
  2. l’attenuazione delle misure protezionistiche a livello europeo, che, per il loro eccesso nelle salvaguardie dalle importazioni di acciaio e di metalli provenienti dai Paesi extra-UE, hanno rallentato il riequilibrio dei mercati delle materie prime.

Quest’ultima proposta, avanzata da ANIMA/AISEM nei mesi scorsi, è attualmente sostenuta anche dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano, che ha chiesto all’Unione Europea di sospendere temporaneamente i dazi sull’acciaio importato dai paesi extracomunitari. Provvedimenti che ci auguriamo possano presto influire positivamente sulla ripresa economica delle aziende italiane: l’ultimo sondaggio tra le imprese associate ha rivelato che almeno 1 su 5 si trova in difficoltà a causa della crisi pandemica e dell’aumento dei prezzi delle materie prime.


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